Il Fondatore

IL FONDATORE

Mario Pedrali

Mario Pedrali nasce a Palazzolo sull’Oglio (Brescia) nel 1940. Negli anni ’60, come artigiano, avvia la sua produzione di sedute da giardino in metallo e, grazie alle sue capacità imprenditoriali nel 1963 fonda la Pedrali, azienda che è oggi leader nella produzione di elementi d’arredo dal design contemporaneo per il contract e la casa.

Estro creativo e visione proiettata al futuro quella di Mario Pedrali, che ha saputo porre le basi di quella che negli anni a seguire, sotto la guida dei figli Monica e Giuseppe, sarebbe diventata una realtà che conta oggi 300 collaboratori e due sedi produttive a Mornico al Serio (Bergamo) e Manzano (Udine) e che, nel 2011, con la sedia Frida disegnata da Odo Fioravanti, si è aggiudicata il XXII Compasso d’Oro ADI.

La curiosità e l’interesse per la ricerca di oggetti rari avvicinano Mario Pedrali al collezionismo, che diventerà una delle grandi passioni della sua vita. Nel 1995 inaugura il Museo San Fedele che raccoglie oltre 500 esemplari di macchine per scrivere e calcolatori d’epoca. Nel 2001 presenta il Registro Storico delle moto Sterzi, leggendario marchio bresciano di motociclette, vincitore di gare italiane ed estere negli anni ’50. Successivamente la sua collezione si arricchisce di numerose testate giornalistiche e riviste d’epoca, ulteriori e preziose testimonianze del nostro passato.

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Mario Pedrali

Il 27 maggio 2017 Mario Pedrali viene insignito del Premio Speciale “Imprenditore Olivettiano”, istituito dall’Associazione Archivio Storico Olivetti,

“per aver creato una grande fabbrica di mobili ispirandosi al design olivettiano e, contemporaneamente, partendo dalla sua passione di collezionista, per aver dato vita a Palazzolo sull’Oglio ad un grande Museo delle Macchine per Ufficio nel cui ambito ha trovato spazio la più bella collezione di macchine per scrivere Olivetti”.

Il collezionismo, la mia passione.

“Il collezionismo e la ricerca di oggetti, rari o superflui che siano, assecondano il naturale istinto umano per la conservazione dei valori del passato e la volontà di sfidare il tempo. Il collezionismo è una passione che sin dall’antichità ha coinvolto popoli di ogni era, dai Faraoni egizi a Napoleone, dagli Imperatori romani ai mecenati medioevali, fino a raggiungere ai nostri giorni una tale diffusione da poter essere considerata un fenomeno di massa.

La passione è il miglior carburante per il motore della vita e stimola ogni nostra azione sia professionale che ludica. Quella per le macchine da scrivere, nata verso la meta degli anni ’80, mi arricchisce e costituisce un aspetto affascinante della mia vita.

Credo che il motivo principale che mi spinge a collezionare le macchine per scrivere nasca dall’esigenza di circondarmi di valori qualitativi del passato che rappresentano e testimoniano le evoluzioni della tecnica e della storia.

Collezionare significa per me volontà di ricercare e conservare questi valori per restituirli al presente, suscitando nella ricerca stessa un vivido interesse nel capire e nell’apprezzare le differenze e le migliorie apportate nel corso degli anni. L’evoluzione geniale da un modello rudimentale ad altri sempre più sofisticati sino ad arrivare all’affermazione del design, raccontano sicuramente un’epoca, l’ingegno degli uomini e le loro abitudini.

Il mondo del collezionismo incarna un’attitudine dell’anima tanto ammaliante quanto complessa.

Passione, studio, ricerca e curiosità sono quindi l’ossatura portante di questa mia passione che rappresenta un mondo in cui l’investimento economico si coniuga perfettamente con l’intenzione di raccontare la tradizione storica valorizzando e facendo conoscere a tutti un patrimonio che definirei “comune” poiché appartiene alla nostra vita.

Anche se sappiamo che il mondo delle macchine per scrivere è ormai destinato a scomparire, soppiantato dall’avvento del computer, ritengo sia doveroso farlo rivivere per non abbandonarlo nell’ oblio del presente.

La mia raccolta annovera attualmente oltre 500 esemplari e abbraccia l’intera storia della macchina per scrivere, dalla sua nascita, al suo sviluppo, fino agli anni ’80 del XX secolo quando l’avvento del computer decretò l’inesorabile epilogo dell’era delle macchine per scrivere. Faccio ogni cosa con semplicità, ma con tanta passione ed interesse conscio di non possedere pretese ed erudizioni storiche. Forse può sembrare strano, ma per me ogni oggetto della mia collezione possiede un’anima, una sua precisa connotazione, un suo fascino e sono espressione della loro unicità ed identità.

Se ognuno di noi riuscisse a cogliere e al tempo stesso condividere lo spirito di questo intento, saprebbe rendere unica ogni testimonianza del passato.

Collezionare per me non è un’esigenza di “possesso”, ma una volontà di ricerca e una sete di conoscenza su provenienza, funzione, collocazione storica e geografica delle macchine da scrivere. Tutto questo è eseguito con minuziosa attenzione che mi conduce attraverso una interminabile spirale di scoperte che sembrano non finire mai e che sicuramente mi accompagneranno per tutta la vita.

Per questo motivo il vero collezionista non si pone mai dei traguardi e non conosce mai la parola fine, perché la passione per una collezione trascende persino la vita.

La passione per le macchine per scrivere è per me come un motore che non si ferma mai e che mi auguro lasci un segno indelebile a tutti coloro che sapranno apprezzarlo.”